“La palazzina romana, che per tanti anni ha suscitato distanze, quasi a sottolineare un distacco culturale, riserva, invece, una produzione di alto livello con diverse sorprese architettoniche. L’evoluzione di questa tipologia edilizia diviene chiara attraverso 60 anni di storia del nostro studio”, osserva Fabrizio Capolei | Studio 3C + t.
“Dalla costruzione di palazzine per famiglie ricche si è approdati ad una quantità enorme di costruzione, che negli anni ’80 e ’90 diventano comprensori – racconta Fabrizio Capolei – Nella prima decade degli anni 2000, le riviste di architettura hanno invece orientato il gusto della committenza, spostandolo su fabbricati disegnati e pensati, caratterizzati da un certo grado di eleganza. Anche l’uso dei materiali varia nel tempo: dall’intonaco che poi si è scoperto fragile nella conservazione, al cemento a faccia vista difficilmente restaurabile, fino alla rassicurante e meno delicata cortina che caratterizza questa tipologia fino ai giorni nostri. La palazzina diventa un must che surclassa le costruzioni isolate”.
E’ l’evoluzione della palazzina ad aver creato non pochi disagi urbani, quando ripetitività e speculazione hanno fagocitato la qualità architettonica dei progettisti, azzerando ogni possibile ricerca sulle soluzioni di facciata, d’angolo, d’affaccio, di planimetria. Con il tempo, infatti, la palazzina si fa palazzone, pronto a inghiottire paesaggio e rompere i confini dell’urbano a scapito della campagna.
Dal 1945 ad oggi viene dunque costruita la maggior parte del patrimonio edilizio di Roma e la palazzina si impone decisiva nella composizione della città contemporanea, fino ad arrivare ai giorni nostri con esempi più o meno riusciti.